Teatro Romano Brescia
The visual identity project for the Roman Theatre of Brescia, a sort of two-faced Janus, turns its gaze in two directions: the past and the future in primis. Actually, the concept of duality, if not outright confrontation, pervades all aspects of the project, right down to its innermost folds.
The design program has to address two scenarios: first, a theatre monument to be restored in the future to its nature as an architectural organism and a performance structure, along with all the requirements this entails, including functional ones.
But also, rooted in the present, the scenario of a civic, cultural and architectural program in progress, necessary and worthy of communication in itself.
So, the visual identity project moves between the past and the future, between the future and the present.
A photograph of architectural fragments and elements neatly arranged along the Cavea just cleared of superfetations stays at the basis of the graphic project, and even more so its graphic translation in a 1994 drawing, with the fragments classified for memory and future reconstruction.
Like architectural fragments, the fragments – the functional elements – of the letters that make up the name TEATRO ROMANO BRESCIA are collected and organized. They wait to be set back to give life to dynamic compositions hinting at the other side of the theatre through typographic expressiveness: movement, sound, show.
The industry-feeling, 19th century typeface recalls the stratification of time, the human intervention in the preservation and valorisation of the archaeological heritage, the industriousness of the territory.
Back from the past of Brixia Romana, colours come from the underground halls of the Republican Sanctuary. They are interpreted in a contemporary key, joining typography to create a visual language that is contemporary, open and accessible, in order to guarantee visual coherence to the communication and, finally, bond the public and its theatre, the theatre and its city.
Il progetto di identità visiva per il Teatro Romano di Brescia, sorta di Giano bifronte, volge lo sguardo in due direzioni: il passato e il futuro in primis. In realtà il concetto di dualità, se non di contrapposizione, avvolge tutti gli aspetti del progetto, fin nelle pieghe più remote.
Due sono gli scenari cui il progetto grafico deve far fronte: quello di un monumento teatro, restituito in un futuro alla sua natura di organismo architettonico e di struttura di spettacolo, con tutte le esigenze anche funzionali che ne conseguono.
Ma anche quello, ancorato al presente, di programma civico, culturale e architettonico in corso di attuazione, necessario e degno di comunicazione per sé.
Tra passato e futuro, tra futuro e presente si muove dunque il progetto di identità visiva.
Una fotografia di frammenti e membrature architettoniche disposti ordinatamente lungo la cavea da poco liberata dalle superfetazioni, e ancor più la sua traduzione grafica in una tavola datata 1994, con i frammenti numerati per memoria e futura ricostruzione, è alla base del progetto grafico.
Come frammenti architettonici i frammenti – o meglio, gli elementi funzionali – delle lettere che formano il nome TEATRO ROMANO BRESCIA sono raccolti e ordinati, in attesa di essere ricomposti per dare vita nell’espressività tipografica a composizioni dinamiche che alludono all’altra metà del teatro: il movimento, il suono, lo spettacolo.
Alla scelta del carattere tipografico, industriale e ottocentesco, va il compito di richiamare la stratificazione del tempo, l’intervento umano nella conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, l’operosità del territorio.
Dal passato di Brixia Romana e dalle aule ipogee del Santuario Repubblicano vengono infine i colori, interpretati in chiave contemporanea per creare, assieme alla tipografia, un linguaggio visivo attuale, aperto, accessibile, con l’obiettivo di garantire coerenza visiva alla comunicazione e, da ultimo, rafforzare il senso di appartenenza del pubblico al teatro e del teatro alla città.
